Chunhyang ed il pansori
Chunhyang ed il pansori
La più grande storia d’amore della Corea ed un canto unico al mondo
di Sara Bochicchio
Chunhyang, in italiano “Profumo di Primavera”: I nomi coreani, così difficili da pronunciare eppure così pieni di fascino, hanno un tale potere evocativo da risultare magici. “Chunhyang” ripeto come a voler evocare qualcosa di lontano, chiudo gli occhi e dall’oscurità iniziano a comparire ricordi felici: fiori di ciliegio che cadono dal cielo come neve, rose rosse che sbocciano in ogni dove, narcisi di un giallo brillante che illuminano i prati, le basse case tradizionali che sembrano volersi mimetizzare nella natura circostante, il luccichio del sole primaverile che brilla giocoso sull’acqua mentre tiepido mi accarezza il viso: è la primavera in Corea!
Chiusi in casa questi ricordi sembrano appartenere ad un’altra vita, ma se non possiamo viaggiare fisicamente ci è stata data la possibilità di farlo con altri mezzi. Il 26 marzo l’Istituto Culturale Coreano ci ha fatto un regalo bellissimo: lo spettacolo di danza classica “The Love of Chunhyang” di Universal Ballet. Di fronte alla bravura di questi ballerini ed alla bellezza dei loro abiti, delle coreografie e delle scenografie non posso che pensare a quanto l’essere umano abbia bisogno dell’arte e della bellezza nella sua vita, soprattutto in un periodo così buio.
Quella di Chunhyang e Mongnyong, nome che potremmo tradurre come “Sogno del Drago”, è la storia d’amore più famosa della Corea, un amore ostacolato dal diverso status sociale dei due protagonisti: figlia di kisaeng (intrattenitrice di professione) lei, figlio di un alto funzionario lui. In epoca Joseon (1392 – 1910) i rapporti umani erano severamente disciplinati dalla dottrina neoconfuciana ed i matrimoni combinati erano la norma. Immaginate, quindi, quanto rivoluzionari possano essere stati la bella Chunhyang ed il suo amato Mongnyong. Ma a benedire la loro unione è la virtù di lei, che rischia la sua stessa vita pur di rimanere fedele all’uomo al quale ha promesso il suo eterno amore. Chunhyang è quindi sia paladina del popolo, perché pone il suo amore contro le divisioni sociali, che simbolo, grazie alla sua lealtà, della donna virtuosa secondo i valori confuciani.
Chunhyang-ga, canzone di Chunhyang, appartiene alla tradizione popolare e si crede che da racconto orale sia poi stato adattato in pansori, una forma di narrazione cantata, per poi essere trascritto in diverse versioni romanzate. Assistere ad uno spettacolo di Pansori è una delle esperienze più incredibili ed estatiche che si possano fare durante un viaggio in Corea. Questo genere di canto, sviluppatosi nel XVII secolo, probabilmente ebbe origine nei canti rituali che le mudang, le sciamane coreane, utilizzavano per comunicare con le divinità. Accompagnato da un percussionista che suona il tamburo buk, e un cantante detto sorikkun, racconta storie della tradizione ben note a tutti i coreani che assistono allo spettacolo. Eppure essi vengono coinvolti profondamente da queste esibizioni piene di emozioni, così tanto da far eco al sorikkun con un 그렇지 “giusto!”, 좋다 “bene!” e svariate altre reazioni, mentre c’è chi si lascia trascinare dalla melodia in una timida danza. L’emozionalità dello spettacolo è intrinseca a questo tipo di canto che è unico della Corea, dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 2003, e caratterizzato da una grande variazione di tonalità ed una sonorità che trae ispirazione direttamente dalla natura.
Un eminente estimatore di questo genere è il regista Im Kwon-taek che ha portato il pansori sul grande schermo, creando pellicole che sono vere e proprie opere d’arte. Il suo Chunhyang-dyeon (2000) ne è un esempio: le immagini si combinano magistralmente al canto pansori, regalando agli occhi una sublime rievocazione di quella che è la storia che narra il sorikkun. Altri suoi film dedicati al pansori sono Seopyeonje (1993) ed il seguito Beyond the Years (2007), dove il canto si fonde con gli ameni paesaggi della campagna coreana ed i suoi suoni, come il cinguettio degli uccelli, il fruscio delle foglie, il crepitio della pioggia, il frinire delle cicale, lo scroscio di un ruscello, in una maniera così spontanea da sembrare naturale. In questa natura bellissima ed in questo canto appassionato si sublimano le emozioni dei protagonisti, che arrivano a noi spettatori così vividi da sembrare reali. Di fronte a tanta bellezza il cuore si scioglie e per qualche attimo dimentica tutto il resto.
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