Street food invernali – Un viaggio tra i sapori coreani
Tradizione e cultura, da sempre fusi in uno per creare le fondamenta della Nazione e del popolo coreano, ancora una volta si amalgamano per incontrarsi tra i sapori ed i profumi del fenomeno dello “street food”, ormai rinomata attrattiva di successo tra residenti e turisti.
di Antonella Gasdia
Quello che sembra un moderno stratagemma per richiamare folle di curiosi di ogni etnia ed età stuzzicandone l’appetito cela, in realtà, le sue origini in tempi non poi così tanto attuali: furono i commercianti dell’epoca della dinastia Chosŏn a dare il via a quello che, allora, fu un tentativo di costituire le basi economiche di una semplice attività che, più avanti nella linea temporale, durante la Guerra di Corea prosperò fino a divenire un appiglio sicuro per tutti i rifugiati e le truppe statunitensi. È stato quest’ultimo evento a contribuire alla crescita e alla fama del “fenomeno” dello street food, in particolar modo grazie alla sua accessibilità in termini di prezzo in un momento in cui il popolo era schiacciato dal peso di una vita di stenti e privazioni.
Ad oggi è estremamente facile incrociare stand o piccoli furgoncini, i cosiddetti “food trucks”, per le illuminate strade coreane dove è possibile gustare deliziose pietanze ad ottimi e convenienti prezzi. Una gioia per il palato e per le tasche, dunque.
Tra le proposte culinarie da poter assaporare, in particolar modo durante la fredda stagione invernale dalle temperature estremamente rigide, molte sono degne di essere menzionate: in cima alla lista non può mancare il bungeoppang (kor.: 붕어빵), uno dei più comuni, che consiste in uno snack a forma di pesce farcito, solitamente, con la marmellata di fagioli rossi oppure crema, la cui peculiarità è la croccantezza all’esterno che si combina alla perfezione con la sofficità e la dolcezza del ripieno. A seguire, c’è l’hotteok (kor.: 호떡), una prelibatezza il cui impasto viene modellato e successivamente farcito con ingredienti quali zucchero di canna, arachidi tritate e cannella, una commistione di sapori che ricorda il Natale. Ancora, non può non essere menzionato il brodo di tortini di pesce, anche noto come odengtang (kor.: 오뎅탕), la cui parola odeng, dalle origini giapponesi, viene talvolta sostituita da eomuk (kor.: 어묵). La lista è fitta di ulteriori pietanze: il chaloksusu (kor.: 찰옥수수), un bastoncino di mais al vapore, è uno spuntino salutare e al contempo invitante; l’hoppang (kor.: 호빵), un panetto cotto al vapore la cui varietà di ripieni potrebbe sorprendere, in quanto spaziano dalla classica marmellata di fagioli rossi a verdure o spezie quali il curry; le gunbam (kor.: 군밤), il corrispettivo coreano delle caldarroste, perfette per combattere la gelida brezza dicembrina; il gyeranppang (kor.: 계란빵), dai semplici ingredienti che si fondono in quello che si può definire un vero e proprio tortino all’uovo; infine un tipo di snack tanto particolare quanto il nome che porta: il gonggal bbang (kor.: 공갈빵) in cui gonggal, che assume il significato di “bugia”, sta ad indicare la sua caratteristica di dar l’impressione di un pane ben farcito quando, in realtà, al suo interno è completamente vuoto.
Questo rapido viaggio alla riscoperta di sapori che hanno attraversato le antiche strade di un territorio in passato ancora acerbo, mette in luce il perseverante legame del popolo coreano con le proprie origini, rimarcando quanto anche ad elementi di un tempo remoto venga data nuova vita, senza mai tagliare i ponti con la tradizione. Così, una semplice camminata tra le moderne strade coreane, si trasforma in un incontro tra passato e presente, tra storia e cultura, saziando tanto lo stomaco quanto la mente.
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