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Movimento del 1° marzo – Storia di una lotta per la libertà

03 marzo 2022 | 1104 Hit

Movimento del 1° marzo – Storia di una lotta per la libertà


Il Samiljeol (삼일절), dall’unione di “sam” (삼) “il” (일) ad indicare il 1° marzo e “jeol” (절) suffisso di “festività”, indica una ricorrenza a cui il popolo coreano è indissolubilmente legato, il cui intrinseco significato si scorge tra le pagine ancora amate di una storia in cui coraggio e senso di rivalsa hanno condotto alla lunga e travagliata strada per la libertà.


di Antonella Gasdia




“In quanto rappresentanti dei venti milioni di coreani, la Korean Youth Independence Association dichiara, davanti a quelle nazioni del mondo che si sono assicurate la vittoria per Libertà e Giustizia, la realizzazione della nostra indipendenza.” Con le altisonanti parole d’apertura della Dichiarazione d’Indipendenza coreana, che porta con sé il nome dei suoi trentatré firmatari, in opposizione al logorante pugno di ferro del dominio dell’Impero nipponico durato ben trentacinque anni (1910-1945), si accese il faro di speranza che condusse il popolo coreano, privato della libertà, a marciare verso la rivendicazione della propria identità quel 1° marzo 1919, una data che riecheggia tutt’oggi nel cuore della Terra del Calmo Mattino.


Alla base del Movimento, come spesso si evince dalle letture tradizionali, vi furono input esterni, quali la Rivoluzione Russa del 1917, le dottrine di stampo wilsoniano che facevano leva sull’autodeterminazione dei popoli e, più probabilmente, la manifestazione indetta dagli studiosi coreani a Tokyo l’8 febbraio 1919, a cui si associarono eventi interni, quali la scomparsa, avvenuta il 21 gennaio di quello stesso anno in circostanze sospette, dell’ex-Imperatore della Corea Kojong, simbolo più elevato dell’idea di indipendenza. Fu proprio quest’ultimo avvenimento, accompagnato dall’indiscrezione secondo cui egli venne, in realtà, assassinato, a dare man forte a quasi due milioni di voci di dissenso, tra studenti e comuni cittadini, i quali si riversarono per le strade di una Seoul oppressa e svilita, al grido di “Dongrip manse!” (독립 만세): “Evviva l’indipendenza!”. Quella che si presentò come una marcia pacifista volta a toccare punti simbolici della città, quali l’attualmente noto come Parco Tapgol (탑골 공원), sito a Jongno, o il ristorante Taehwagwan (태화관), in cui il Movimento crebbe, spargendo i semi dell’ideologia che diede frutto alla stessa Dichiarazione, si evolse in una brutale risposta da parte delle forze giapponesi che soppressero la manifestazione, spegnendo il tentativo, da parte del popolo coreano, di smuovere gli animi e la coscienza del suo oppressore.


Nonostante il Movimento non perseguì il suo scopo, anzi, condannò centinaia di innocenti ad incarcerazioni, soprusi ed uccisioni, rappresentò il primo vero tentativo di divincolarsi dalle catene del colonialismo, nonché la nascita di quello spirito nazionalista che ha permesso a persone comuni, intellettuali, donne e uomini di ogni estrazione sociale ad unirsi nel coraggioso atto di sacrificio per il proprio Paese. Quello che solo in apparenza si mascherò da insuccesso si evolse, infatti, in una catena di avvenimenti che rappresentarono un vero e proprio turning point che si generò nella penisola coreana per poi estendersi oltre i suoi confini: dalla creazione del governo coreano provvisorio a Shanghai, il 10 aprile 1919, fino all’istaurazione di una nuova linea di governo che seguisse lo slogan dell’ “armonia tra Giappone e Corea”, passando per la nascita di prominenti testate giornalistiche, quali il Chosŏn Ilbo o il Donga Ilbo.


L’unione di un popolo che non lascia indietro nessuno nella lotta alla sopravvivenza, alla libertà e al bisogno di rivendicare il dominio sulla propria patria è ciò che si festeggia in una ricorrenza che è, ancora oggi, motivo di orgoglio nonché monito a mantenere vivo quello stesso sentimento per cui sono ancora troppo dolorosi i sacrifici da ricordare.



BIBLIOGRAFIA

Britannica Enciclopedia Online, “The March First Movement”; su: https://www.britannica.com/place/Korea/Korea-under-Japanese-rule

Baldwin F., “Participatory Anti-Imperialism: The 1919 Independence Movement”, The Journal of Korean Studies (1978-), 1979, Vol. 1, pp. 123-162

Podler G., “Revisiting the March First Movement: On the Commemorative Landscape and the Nexus between History and Memory”, The Review of Korean Studies, Vol. 8, N° 3, pp. 137-154

Wells K. M, “Background to the March First Movement: Koreans in Japan, 1905-1919, Korean Studies, 1989, Vol. 13 (1989), pp. 5-21

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