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6.25: l’anniversario della Guerra di Corea

06 giugno 2022 | 362 Hit

6.25: l’anniversario della Guerra di Corea


Quest’anno si commemora il settantaduesimo anniversario dallo scoppio della Guerra di Corea, giorno che in coreano è chiamato 6.25전쟁일 “giorno della Guerra del 25 giugno”. In questa data del 1950, infatti, ebbe inizio una delle guerre fratricida più atroci nella storia dell’umanità. Soltanto l’armistizio di Panmunjeom, siglato il 27 luglio 1953, dopo tre anni di combattimenti, ha portato ad un cessate il fuoco ma non ad una vera pace.


di Sara Bochicchio




Settantadue anni dopo, sono ancora molti i punti oscuri su ciò che accadde davvero e portò all’inizio del conflitto tra le due Coree. Entrambe le parti continuano a incolpare l’altra, tuttavia molti dei documenti che riguardano l’accaduto sono ancora segreto di Stato per cui non v’è certezza, tra gli storici, su cosa accadde davvero quella domenica di giugno. Tuttavia, gli scontri sulla linea di confine si susseguivano già da un anno, ed avevano portato alla morte di migliaia di soldati. Ciò che sappiamo con certezza è che all’alba di quell’infausto giorno di giugno vi fu un feroce scontro armato nella penisola di Ongjin(옹진), nel Mar Giallo(황해), a ovest di Haeju(해주), ed in poche ore le truppe del Nord travolsero quelle del Sud per poi puntare con decisione verso Seoul. L’intervento americano, insieme al sostegno delle truppe di altri diciassette Paesi, impedirono al Nord di prevalere. Il coinvolgimento delle truppe cinesi, d’altra parte, impedì al Sud di avere la meglio.


Inutile dirlo, ma le vere radici di questo conflitto vanno individuate negli avvenimenti che portarono alla divisione della Corea e di cui furono protagoniste le ingerenze straniere. La caduta del Giappone nel 1945 aveva portato alla liberazione della penisola coreana dagli invasori nipponici e da una occupazione coloniale durata ben trentacinque anni. I coreani si trovavano a dover ricostruire una nazione, ma il loro destino era già stato segnato da altri. Nel novembre del 1943, durante la Conferenza del Cairo, la Cina nazionalista di Chiang Kai-shek aveva sostenuto Kim Ku, il capo del governo provvisorio a Shanghai (della cui istituzione vi abbiamo parlato in questo articolo). Senza l’appoggio americano, però, questo venne esautorato e si decise, insieme al sostegno anche di Stalin, che la penisola avrebbe ottenuto la sua indipendenza dopo un tempo imprecisato di amministrazione controllata. A Yalta, nel 1945, Stalin e Roosevelt decisero che le loro truppe avrebbero occupato rispettivamente il suolo coreano a nord e a sud del Trentottesimo parallelo, fino alla costituzione di uno stato indipendente. Successivamente, nel febbraio 1946, i sovietici crearono nella loro zona di influenza un “Consiglio Popolare” provvisorio, guidato da Kim Il-sung; altrettanto fecero gli americani nel sud, istituendo un “Consiglio Democratico” al cui capo fu posto Syngman Rhee. Ormai la divisione era avvenuta anche a livello ideologico: a Nord il comunismo, nel Sud il capitalismo.


A questo ed altri conflitti che hanno visto il coinvolgimento delle truppe sud-coreane, come la Guerra del Vietnam, è dedicato un museo memoriale enorme e di grande bellezza, oltre che interesse culturale e storico, che si trova a Yongsan-dong(용산동), nel distretto di Yongsan-gu(용산구) a Seoul: The War Memorial of Korea (전쟁기념관).


La produzione artistico-culturale sud-coreana vanta numerose opere dedicate a questo conflitto, che ha segnato in maniera netta la storia della Corea e del suo popolo. Tra questi, “L’ospite” di Hwang Sok-yong(황석영) è uno dei romanzi che meglio ha saputo rappresentare quelle che sono state le conseguenze di questo scontro fratricida sugli esseri umani, grazie alla sua capacità di rievocare con lucidità la disumanizzazione di chi combatte, l’orrore di quell’odio omicida che porta avanti le guerre e di quanto, purtroppo, sia banale il male.


I costi di questo conflitto sono stati esorbitanti per entrambe le parti, con circa 3 milioni di morti, in buona parte civili, un Paese raso al suolo e intere famiglie separate, destinate a non potersi rivedere se non in sporadici eventi. Diversi sono i documentari ed i film che raccontano la tragedia di queste famiglie separate, degno di nota è “Let Us Meet Now” (우리 지금 만나) del 2019, trasmesso in Italia durante l’edizione del 2021 del Florence Korea Film Festival. Tre diverse storie che raccontano in maniera delicata e toccante il dolore della divisione forzata.


Per concludere vorrei porre l’attenzione sul contributo femminile alla Guerra di Corea. Spesso si pensa alla guerra come il luogo dove solo gli uomini sacrificano le loro vite. In realtà il contributo femminile nei combattimenti è stato enorme anche in Corea del Sud, dove non vi è la leva obbligatoria per le donne ma nonostante ciò tantissime di queste si sono offerte volontarie per difendere la patria. Nel 2019, in Corea del Sud, il Ministro per i Patrioti ed i Veterani ha dichiarato che le donne che hanno prestato servizio nella Guerra di Corea contro la Corea del Nord sono state almeno 2554, eroine quasi dimenticate dalla storia ma le cui gesta meriterebbero maggiore attenzione e riconoscimenti.



FONTI:

Riotto, M. (2005). Storia della Corea. Dalle origini ai giorni nostri. Milano, Bompiani.

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