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Ryu Gwan-sun: la Giovanna D’Arco coreana

07 marzo 2023 | 522 Hit

Ryu Gwan-sun: la Giovanna D’Arco coreana


Storia di un’attivista del movimento per l’indipendenza dal dominio coloniale




di Sara Bochicchio


Ryu Gwan-sun nacque il 16 dicembre 1902 a Yongdu-ri, un quartiere della città di Cheonan. Crebbe in una famiglia protestante e fu influenzata dalle idee progressiste del padre, Ryu Jung-gwon, il quale sosteneva che per ottenere l’indipendenza fossero necessarie riforme sociali, lo sviluppo del sistema scolastico e dell’istruzione femminile. Grazie al sostegno del padre e all’aiuto della missionaria Alice Hammond Sharp, Ryu ebbe l’opportunità di studiare all’Istituto Ewha, uno dei primi per l’istruzione superiore delle donne. È proprio insieme alle studentesse di questo istituto che Ryu Gwan Sun, in seguito alla notizia della morte di re Gojong, il 21 gennaio 1919, decise di scioperare indossando il sangbok, ovvero l’abito da lutto tradizionale coreano, e in seguito, di partecipare a quello che sarebbe rimasto alla storia come Movimento del Primo Marzo (Samil Undong).

Insieme a lei sappiamo che presero parte alla dimostrazione anche le compagne Seo Myeong-hak, Kim Buk-sun, Kim Hee-ja e Kuk Hyeon-suk.

Nonostante la natura di questa protesta, che consisteva in una marcia pacifica all’urlo di Manse, inno alla lunga vita che letteralmente significa “Diecimila Anni”, nonostante la manifestazione fu repressa, le dimostrazioni continuarono per giorni aumentando man mano di intensità.

Non potendo più frequentare la scuola, Ryu Gwan-sun tornò nella sua città natale portando con sé una copia della Dichiarazione di Indipendenza che era stata letta il primo marzo. Qui si impegnò a diffondere la notizia del Movimento Manse e insieme al padre e ad altri familiari organizzò, il primo aprile del 1919, quello che oggi viene ricordato come Movimento Manse del mercato Aunae, dal luogo in cui ebbe luogo la dimostrazione. Questo evento vide la partecipazione di migliaia di persone, alle quali Ryu Gwan-sun e la cugina Ryu Ye-do distribuirono delle taegukgi (bandiere della Corea) realizzate a mano. Secondo le fonti 19 protestanti persero la vita durante le proteste, tra cui i genitori di Ryu Gwan-sun, e circa 30 riportarono gravi ferite.


Arrestata con l’accusa di essere tra gli istigatori dei moti di protesta, la ragazza venne condannata a cinque anni di reclusione. Nella prigione di Seodaemun, un anno dopo i fatti del Primo Marzo organizzò una commemorazione di tale evento insieme a Lee Shin-ae, Eo Yun-hee e tanti altri. Le voci dei prigionieri, che quel giorno si misero a urlare all’unisono “Manse!”, furono così forti da essere udibili all’esterno della prigione, attirando una massa di persone che bloccò le strade, costringendo la polizia a intervenire.

Tramite queste manifestazioni pacifiche Ryu Gwan-sun e molti altri patrioti espressero la loro volontà di reclamare l’indipendenza della nazione a qualsiasi costo. Purtroppo, però, Ryu Gwan-sun pagò a grave prezzo questo suo animo indomito: a soli 17 anni decedette in carcere, il 28 settembre 1920. Secondo le fonti la morte fu causata da un grave stato di mal nutrizione e dalle ripercussioni delle percosse per lungo tempo subite dai suoi carcerieri.


In memoria di colei che viene spesso definita la “Giovanna D’Arco coreana” sono stati eretti dei monumenti sia presso la Ewha, che in diversi luoghi di Cheonan connessi con la sua storia, e nel 1989 è stato costruito il mausoleo Chohonmyo, sul monte Maebong che si erge alle spalle della sua casa natale.



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Fonti:

유관순(柳寬順) – 한국민족문화대백과사전

https://encykorea.aks.ac.kr/Article/E0041268


Kang, Inyoung (2018-03-28). "Overlooked No More: Ryu Gwan-sun, a Korean Independence Activist Who Defied Japanese Rule". The New York Times.


File allegato