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Natura e cultura - L’importanza dei fiori nella tradizione coreana

04 mar 2024 | 548 Hit

Natura e cultura – L’importanza dei fiori nella tradizione coreana


I fiori, com’è risaputo, hanno un linguaggio proprio e in ogni cultura hanno un valore e ruolo unici e distintivi. Anche nella tradizione coreana, ricca e variegata, vi sono tanto fiori il cui significato e origine sono di stampo occidentale, quanto altri propri del territorio e volti a rappresentare la cultura della Terra del Calmo Mattino.

 




di Antonella Gasdia



Sebbene vi siano molti fiori simili se non identici a quelli che si possono trovare in tutto il resto del mondo ve ne sono molti altri dal simbolismo esclusivo che sono presenti quasi esclusivamente nel territorio del florido e accattivante regno della k-wave.


Tra questi spicca, senz’altro, il cosiddetto Mugunghwa o rosa di Sharon, degno di nota poiché è il fiore nazionale e nel cui nome riecheggia il suo sempiterno valore, in quanto simboleggia un “fiore eterno che non svanisce mai”. Numerose sono le fonti storiche che testimoniano non solo la sua presenza sul suolo coreano fin dall’antichità, ma anche la sua importanza per il regno. Basti pensare che lo stesso regno di Silla (57 a.C. – 935 d.C.) si identificasse come il “regno del Mugunghwa” o “Geunhwahyang” e che anche le popolazioni vicine, tra cui i cinesi, si riferissero al popolo coreano associandolo alla rosa di Sharon.


A dare maggior rilievo a tale fiore, vi è anche la sua inclusione nell’inno nazionale, che recita: «Mugunghwa samcheonli hwaryeogangsan» (tr.: «Tremila li –  equivalenti a 1.200 chilometri, la lunghezza della penisola coreana – di splendidi fiumi e montagne ricoperti di fiori mugunghwa») o il suo utilizzo come simbolo ufficiale delle bandiere affisse presso le sedi del governo, di organizzazioni nazionali, della Corte Suprema coreana e come emblema di cariche pubbliche quali quella dello stesso Presidente.


Non esiste un solo tipo di mugunghwa, in quanto esso si differenzia in base al colore dei petali e della corolla: vi sono i quattro dansim caratterizzati da una corolla color viola o rosso intenso e i cui petali possono essere di colore bianco, rosso, viola o blu, il baedal che è totalmente bianco e, infine, l’asadal, molto particolare in quanto i petali sfumano dal bianco al rosa pallido per poi intensificarsi fino al rosso della corolla.


Altri fiori rilevanti per il territorio e la tradizione coreani sono: il fior di prugna o maehwa, che sbocciando anche a temperature rigide annuncia l’inizio della primavera e simboleggia la perseveranza; la forsythia coreana o gaenari, fiore dalle sfumature giallognole; l’azalea o jindallae, resa celebre anche dal componimento scritto in suo onore, che segnala l’arrivo dell’estate sbocciando sulle colline coreane adornandole con il suo colore rosa tendente al violetto e a cui, spesso, si associa anche la fertilità, l’amore materno e financo il primo amore; il garofano coreano o kaneisyeon, impiegato prevalentemente in onore della festività dei genitori in Corea del Sud; l’orchidea coreana o nan, spesso citata sia in letteratura che in arte, che simboleggia eleganza e bellezza e, infine, la peonia coreana o moran kkot, simbolo di regalità e ampiamente usata nei dipinti coreani, soprattutto in epoca Goryeo (918 – 1392) e agli inizi del periodo Joseon (1392 – 1897).


Sebbene non sia un fiore propriamente tipico del territorio coreano da annoverare è anche il fiore di loto che con il suo valore simbolico inestimabile è presente in molti templi buddhisti ed è protagonista del festival delle lanterne in onore di Buddha: lo Yeondeunghoe.

 


Fonti:

 

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