Visti per stranieri in Corea del Sud
Visti per stranieri in Corea del Sud
Scopriamo quali siano i visti più utili e comuni per chi desidera vivere in Corea
di Viola Cecchi
La Corea del Sud è una meta sempre più ambita da chiunque decida di trascorrere un periodo all’estero di breve o lunga durata. Che si decida di andare in Corea per studiare o lavorare, è necessario ottenere il visto corretto. In questo articolo vi illustreremo quali sono i visti generalmente più diffusi e utili per gli stranieri che si trasferiscono nel paese asiatico. Vi indirizziamo comunque sui siti istituzionali di competenza per reperire informazioni più approfondite.
Visti per visitare la Corea
Per visitare la Corea i cittadini italiani non necessitano di alcun visto per soggiorni fino a 90 giorni. Invitiamo i cittadini di altri paesi a informarsi sul proprio caso specifico. In generale per soggiorni brevi viene emesso il visto C-3.
Visti per studiare e vivere la cultura coreana
Coloro che desiderano studiare in Corea hanno diverse opzioni. Chi vuole ottenere una laurea o un dottorato presso un’università coreana ha a disposizione il visto D-2. Chi invece vuole concentrarsi sullo studio del coreano può iscriversi a corsi di lingua e ottenere un visto D-4. Entrambi i visti hanno come condizione quella di essere sponsorizzati da un’università o da un’istituzione educativa coreana. La durata del primo dipende da quella del corso di studi scelto, mentre quella del secondo non può superare i 2 anni. Con entrambi è possibile lavorare part-time per mantenersi durante gli studi.
Tra i più amati e sfruttati abbiamo poi il Working Holiday Visa (H-1) che permette ai giovani dai 18 ai 30 anni di trascorrere un anno in Corea studiando, lavorando o semplicemente viaggiando. Per questo visto non è necessario avere nessuno sponsor coreano, il che garantisce una grande libertà a chi lo ottiene.
Visti per lavorare in Corea
Il visto per eccellenza richiesto da chiunque desideri lavorare in Corea è quello per lavoratori specializzati (E-7). Molto popolare è anche l’E-2, pensato per gli insegnanti stranieri di lingue diverse dal coreano. In questi casi, a sponsorizzare il richiedente deve essere un’azienda o una scuola di lingua con sede in Corea. La validità di questi visti è strettamente legata al mantenimento del posto di lavoro.
Recentemente è stato presentato un nuovo visto per nomadi digitali che permette a lavoratori da remoto, dipendenti di aziende straniere, di soggiornare in Corea per un massimo di 2 anni. Per questo visto però è necessario avere uno stipendio annuo doppio rispetto a quello medio coreano, requisito non facile da soddisfare.
Visti a lunga durata
Tra i visti non legati alle attività lavorative in Corea vi è il visto per residenti (F-2) ottenibile con un sistema a punti dopo aver trascorso alcuni anni nel paese, e il visto matrimoniale (F-6) per i coniugi di cittadini coreani.
Viste le difficoltà demografiche che stanno vivendo molti paesi sviluppati, tra cui la Corea, si prevede che il governo coreano lancerà a breve anche altri visti per attrarre sempre più stranieri. Come abbiamo visto, esistono però già diverse possibilità per coloro che desiderano fare della Corea la propria casa, anche solo per brevi periodi.
Fonti:
● https://www.immigration.go.kr/bbs/immigration_eng/230/454085/download.do
● https://www.korea.net/NewsFocus/Society/view?articleId=259166
● https://www.digitalnomadskorea.com/post/everything-you-need-to-know-about-koreas-digital-nomad-visa
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