Il matrimonio in Corea. Tra tradizione e nuove tendenze
Il matrimonio in Corea
Tra tradizione e nuove tendenze
di Sara Bochicchio
Abito bianco e smoking sono oggi di uso comune anche in Corea del Sud, soprattutto quando i matrimoni vengono celebrati in chiesa o nelle Wedding Hall. In questi luoghi, arredati con eleganza e ricolmi di fiori, si respira un’atmosfera da fiaba e fiabesche sono le foto che qui vengono scattate. La fotografia ha grande importanza anche prima dei matrimoni; infatti, in Corea vi è l’usanza di rivolgersi a professionisti per realizzare set prematrimoniali. Le tenere foto in cui i futuri sposi vengono ritratti saranno utilizzate per invitare amici e parenti alla celebrazione delle nozze. La cerimonia dura circa un'ora, seguita da un rinfresco, che ha una durata altrettanto breve se paragonato a quello italiano.
Tuttavia, sono ancora molti i coreani che si sposano seguendo il rito tradizionale, dove a fare da protagonista non è il candido bianco dell’abito della sposa, ma un tripudio di colori, a partire dal rosso degli yŏnji-gonji, il classico trucco composto da due cerchi rossi sulle guance e uno sulla fronte, simboli di giovinezza. A impreziosire l’abito nuziale vi sono poi il wŏnsam, un soprabito ricamato finemente, e il taenggi, un nastro che decora la treccia della sposa.
In passato, lo sposo inviava alla futura consorte il sajudanja, una lettera divinatoria con la sua data di nascita, cifre che si credeva determinassero il destino e il carattere di una persona. La sposa rispondeva con il taegildanja, indicando la data delle nozze stabilita da un indovino. La famiglia dello sposo preparava quindi il baule ham, con doni come stoffa per l’abito nuziale e semi di cereali, simboli di prosperità. Lo sposo, dopo aver onorato gli antenati, si recava al villaggio della sposa a cavallo, accompagnato da un corteo di familiari e portatori di doni. Una volta arrivati, questi si cambiavano d’abito e la cerimonia iniziava con il chonan, un giuramento di fedeltà celebrato nel cortile. Su un tavolo con un paravento venivano disposti simboli di buon auspicio, tra cui anatre (simboli di fedeltà), pino e bambù (costanza e lunga vita), riso (abbondanza), castagne (felicità), giuggiole (prole numerosa) e una gallina (fecondità).
Secondo le tradizioni regionali, durante la prima notte di nozze, parenti e amici facevano rumore e spiavano la coppia; per prenderla in giro praticavano la tradizione di fare buchi nella carta hanji.
Al termine della cerimonia la sposa veniva condotta nella casa padronale, portando doni per il rito del p’ebaek. In questo rito, la donna onorava i suoceri inchinandosi a loro e offrendo vino di riso. I suoceri, quindi, lanciavano giuggiole e castagne, che i novelli sposi raccoglievano tra le maniche dei loro abiti, come augurio di una prole abbondante.
Fonti:
David A. Tizzard, Have you ever been to a Korean wedding?
https://www.koreatimes.co.kr/www/opinion/2025/02/715_386004.html
Giuseppina De Nicola, Sistema familiare e società in Corea. Dall'antichità a oggi, FrancoAngeli, Milano, 2018
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